Assassinio nella Cattedrale 2019

14 dicembre 2019

Teatro Stabile Potenza

Scritto nel 1935 dal genio poetico di T. Eliot, Assassinio nella cattedrale è un’opera edificante, scritta in un linguaggio dal forte piglio rituale, così alto che talvolta non lo si capisce, ma che quando lo si capisce lascia un’impressione di solennità e di profondità.

L’Assassinio nella cattedrale altro non è che il racconto poetico del martirio di Thomas Becket, più noto come San Tommaso Becket. Nato a Londra nel 1118, arcidiacono e collaboratore dell'arcivescovo di Canterbury, Teobaldo, era anche cancelliere di Enrico II, re d’Inghilterra, con il quale fu sempre in rapporto di amicizia. Teobaldo morì nel 1161 ed Enrico II, grazie al privilegio accordatogli dal papa, poté scegliere Tommaso come successore alla sede arcivescovile di Canterbury. Ma occupando questo posto Tommaso si trasformò in uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa, inimicandosi il sovrano. Fu ordinato sacerdote e vescovo nel 1162. Dopo aver rifiutato di riconoscere le «Costituzioni di Clarendon» del 1164 (che in buona parte andavano in contrasto con la legislazione canonica e ne limitavano la libertà e l’indipendenza di azione), Tommaso fu costretto alla fuga in Francia, dove visse 6 anni di esilio. Ma al rientro come primo atto sconfessò i vescovi che erano scesi a patti col re, il quale, si dice, arrivò a esclamare: «Chi mi toglierà di mezzo questo prete intrigante?». Fu così che quattro cavalieri armati (che qui nella libera interpretazione del regista Nicoletta Sabatella diventano 3) partirono alla volta di Canterbury. L'arcivescovo venne avvertito, ma restò al suo posto; accolse i sicari del re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri e si lasciò pugnalare senza opporre resistenza. Era il 23 dicembre del 1170.

L’Assassinio nella cattedrale non va inteso come una semplice rievocazione storica del martirio dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, ma è anche una delle pagine fondamentali della storia inglese così come la vita e la morte di San Gerardo Vescovo (quasi contemporaneo tra l’altro dello stesso Thomas Becket) è anche una delle pagine fondamentali della storia della nostra diocesi e della nostra città.

Entrambi questi santi vescovi (Thomas Becket e Gerardo La Porta), nell’ambito delle celebrazioni gerardiane, sono per i nostri giovani in maniera particolare, attualissime figure che rappresenta l’eterno conflitto tra le imposizioni del potere e l’autorità della coscienza.

GRAZIE RAGAZZI

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