#Biorestoacasa

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ogni domenica un'ATTIVITÀ BIO da fare in famiglia ed ORIGAMI

Il coronavirus ci costringe a star in casa, ma questo può essere un'ottima occasione per fare tante, tantissime cose insieme. La Pastorale giovanile propone un cammino ecologico alla luce della Laudato si' di papa Fancesco, per grandi, giovani e piccini.

L’Ecologia Integrale NON si misura con la raccolta differenziata, con una spesa consapevole un po’ più “bio”, con l’attenzione a non gettare cartacce per terra o alla scelta di una macchina più ecologica. L'approccio integrale richiede ben altro.

Papa Francesco per aiutarci a comprenderne il senso mette in evidenza la seguente connessione: “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”(LS, 139).

DOMENICA DELLE PALME

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Ecologia integrale

1) dall'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco

"Dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali". (LS, 137)
"L’ecologia integrale è inseparabile dalla nozione di bene comune, un principio che svolge un ruolo 
centrale e unificante nell’etica sociale. È «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente». (LS, 156)
"Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata»." (LS, 225)

2) Vangelo del giorno

In ascolto della Parola - Mt 21,1-11
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete 
un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. Se qualcuno poi vi dirà  qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito». Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i  mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli! Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

3) Riflessione

Al termine del percorso di questo sussidio incontriamo un Vangelo di “festa”. 
Gesù prepara con molta attenzione la sua entrata in Gerusalemme. La scelta di cavalcare un’asina e un puledro e di essere, in un certo senso, associato ad un animale da soma,è metafora di una Sua scelta precisa: il Figlio dell’Uomo intende prendere su di sé tutto il peso del peccato del mondo.Il Figlio dell’Uomo, infatti, è alla ricerca di quel “somarello” che è in ciascuno di noi, e ancor di più dei pesi inutili che donne e uomini si ostinano a portare sulle proprie spalle. Un secondo segno, inoltre, caratteristico di questo brano sono i mantelli. Questo “accessorio” ai tempi di Cristo era il bene più importante, e il fatto di stenderlo, al passaggio del Signore Gesù, esprime il desiderio del popolo, di affidare a Lui il loro futuro, la loro vita. 
In questa processione festosa c’è anche il richiamo al fatto che il cristianesimo non è un atto privato, da celebrare tra pochi intimi in luoghi riservati, quanto piuttosto pubblico, pienamente inserito nel mondo. Non dobbiamo avere paura di essere “gioiosi e festosi”: gridiamo senza remore alla bellezza della presenza del Signore nelle nostre esistenze. 
La vera Gloria di Dio è quella che viene a cavallo di un giumento povero, in sella al quale è salito Qualcuno disposto a dare tutto per noi, ad essere flagellato, deriso, ucciso. Qualcuno che ci ama sul serio e che intende illuminare ogni nostro singolo momento.

4) ATTIVITÀ: fai diventare la tua SETTIMANA: SANTA

stampa o ricopia sul quadenone a quadretti la presente tabella (caselle 11 X 9).

Buon cammino INTEGRALE verso la P A S Q U A

6) Al posto degli origami: PALMA DI CARTA

7) Invocazioni per concludere

Signore, vieni a illuminare ogni attimo delle nostre vite,

perché desideriamo gridare di gioia per la tua presenza.

Signore, rendi i nostri giardini pullulanti di giumenti di cui prenderci cura, 

perché abbondi per noi il mezzo più sicuro per raggiungere il Paradiso. 

Vª dom Quaresima

Vª dom Quaresima ESCAPE='HTML'

Manutenzione e riparazioni

1) dall'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco

“La cultura dello scarto colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano 
velocemente in spazzatura”. (LS, 22) “Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile conseguenza, in un appello alla solidarietà”. (LS, 158

2) Vangelo del giorno

In ascolto della Parola - Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45(forma breve di Gv 11, 1-45)
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

3) Riflessione

Nel Vangelo la realtà della morte viene fotografata attraverso il sepolcro, una pietra che viene 
posta a chiusura sull’ultimo capitolo dell’esistenza umana. Noi già su questa terra facciamo 
esperienza di morte, di Dio, e di resurrezione nei tanti sepolcri e carceri che rifiutiamo, subiamo 
o accogliamo nelle nostre quotidianità. Ricordi, dolori, peccati, vizi, incapacità di andare oltre… 
sono tante le gabbie che costruiamo
e che solo l’incontro con il Cristo può aprire. 
L’esperienza di Lazzaro illumina i sepolcri di oggi. Gesù arriva quando tutto sembra perduto, 
quando sembra che non ci sia più niente da fare, quando il dolore è autentico. La sofferenza è 
un grande dono di Dio
perché chi l’accoglie e chi ama con tutto il cuore, ne scopre la grazia. 
Una sofferenza che solo Gesù trasforma in gioia, in speranza… in vita eterna. In ciascuno di noi 
c’è un Lazzaro maleodorante, nascosto da una pietra che solo Cristo può togliere per parlare 
con il pozzo profondo della nostra solitudine e lì far risuonare la sua voce di amico.

4) GIOCO: Lazzaro rivive ancora

Finalità: far riflettere come la cura verso le persone e gli ambienti sia un segno 
di speranza e di vita.

Occorrente: alcuni vecchi quotidiani, scotch.
Istruzioni: Ogni giocatore dovrà procede a realizzare un rotolo di carta (simile a un rotolo di carta igienica), realizzato con alcune strisce di vecchi quotidiani e con lo scotch. Il gioco prevede due fasi.
- Fase I: Un adulto o fratello maggiore prepara 10-20 domande sul Vangelo del giorno e sul tema ecologico della giornata. 
- Fase II: bendiamo tutto il corpo del nostro Lazzaro (scegliere fra papà o mamma o fratello maggiore). 
- Fase III: facciamo rivivere Lazzaro con la cura e l’impegno. Ogni giocatore dovrà rispondere per iscritto alle domande fatte e guadagnerà 5 secondi utili per “srotolare” e far rivivere Lazzaro. Vince il giocatore che avrà risposto a più domande e quindi fatto rivivere Lazzaro
Alcune attenzioni educative: le bende non possono essere mai strappate ma solo 
srotolate. Gli animatori dovranno prestare particolare attenzione durante le prove in 
modo tale da rendere tutti partecipi e vigilare nel caso di qualche “forzatura”.
Condivisione:  molto spesso si danno per scontato alcuni atteggiamenti e 
sentimenti nei confronti degli altri. Insieme si potrà condividere che attraverso 
l’amore e la cura per il prossimo si può “vincere la morte”

5) ORIGAMI: Barca a vela

Dopo aver risuscitato Lazzaro, Gesù disse: "Liberatelo e lascatelo andare", Libero da maschere e paure. Dobbiamo andare liberi, senza maschere e paure come una barca a vela spinti dalla forza dello Spirito Santo per annunciare al mondo che solo in Cristo c'è la vera vita. Buona domenica a tutti. 

4) Invocazioni per concludere

Signore, aiutaci, perché quando verrai a visitarci nelle nostre tombe, 
possiamo farci trovare pronti all’incontro con Te.
Signore, non stancati di ripeterci che tu sei la via, la verità e la vita,
permetti alle nostre ostinate coscienze di abbandonarci a Te.

IVª dom Quaresima

IVª dom Quaresima ESCAPE='HTML'

CIBO PER TUTTI E GESTIONE DEGLI AVANZI

1) dall'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco

“Sappiamo che si spreca approssimativamente 1/3 degli alimenti che si producono, e «il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero»”. (LS, 50)
“È insostenibile il comportamento di coloro che consumano e distruggono sempre più, mentre altri ancora non riescono a vivere in conformità alla propria dignità umana”. (LS, 193)
“I Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamento “non uccidere” quando «un 20% della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere».” (LS, 95)

2) Cibo per tutti e gestione degli avanzi

Sono 795 milioni le persone che non hanno abbastanza cibo nel mondo, in particolare 
nei Paesi in via di sviluppo, dove il 12,9% della popolazione soffre di denutrizione e un 
bambino su sei è sottopeso. Il paradosso è che il cibo c’è, e anche tanto, così tanto che 
ogni anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, circa un terzo di tutto ciò 
che viene prodotto, in altre parole quanto basterebbe a sfamare 4 volte la popolazione 
denutrita stimata. 

3) Vangelo del giorno

Gesù e il cieco nato

In ascolto della Parola - Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con 
la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che 
significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano 
visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere 
l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli 
diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

4) Riflessione

In questo Vangelo, Gesù guarisce un cieco dalla nascita, un disabile che non ha mai visto 
la luce. La saliva di Cristo (la Parola) mista alla terra (la polvere dell’uomo), cura la parte 
malata di questo povero uomo. Quando la polvere di un uomo incontra la Parola di 
Cristo,ecco che le parti più dolorose possono essere redente. Ma la guarigione è solo uno degli effetti di questo unguento. Per sanare le cose più oscure della nostra esistenza è necessario immergersi nella “piscina della purificazione”, fidandoci delle indicazioni di cura che ci da Cristo. Questo cieco recupera non solo la vista, ma trova nuovo senso alla propria esistenza: una missione.
Questo uomo è partito dalla cecità per arrivare alla luce della sua vocazione e diventare testimone della verità. L’incontro con Cristo,ci permette di cambiare la nostra vita, perché modifica lo sguardo umano, che si ferma alle rifrazioni amplificate dal diaframma oculare, trasformandolo in un PRISMA che riflette tante colorate e diverse sfaccettature. Cerchiamo in questa Quaresima di vedere oltre l’infermità di questo cieco e oltre i nostri limiti umani, per aprirci ai possibili giochi di luce dell’opera di Dio.

5) Invocazioni

Signore, apri il nostro sguardo, rendilo ampio e capace di cogliere dettagli profondi, 
come capace di irradiare la luce del Tuo amore.
Signore, tu che sei Fonte inesauribile di Luce, 
permetti ai nostri occhi ciechi di poterti contemplare, per rinfrancare il cammino con la Tua bellezza.

6) GIOCO DEL MEMORY: Occhi aperti sul cibo che avanza

Scarica il file allegato e ritaglia tutte le carte da gioco. Se non vuoi scaricarle puoi disegnarle tu stesso.

Le carte sono mescolate e disposte a dorso coperto sul tavolo a casaccio, ma senza che si sovrappongano una all'altra. Il primo giocatore inizia rivelando due carte, mostrandole a tutti i giocatori. Se queste formano una "coppia", le incassa e procede a rivelarne altre due, altrimenti le ripone coperte nella loro posizione originaria e cede il turno al giocatore alla sua destra.

Con l'avanzare del gioco viene rivelato l'aspetto di sempre più carte e diventa più facile accoppiare le carte, se se ne ricorda la posizione. Vince il giocatore che con gli occhi ben aperti e attenti riesce a scoprire più coppie e non far avanzare il cibo!!!!

7) ORIGAMI: Cavalletta

IIIª dom Quaresima

acqua per tutti ESCAPE='HTML'

1) Attenzione all'acqua

- Quando vai a fare la spesa, suggerisci l’acquisto di detergenti con il marchio ecologico oppure, meglio ancora: sapone di Marsiglia in scaglie per il bucato, sapone nero per la pulizia dei pavimenti, aceto caldo per le incrostazioni di calcare e bicarbonato di sodio (con o senza aceto) per pulire l’acciaio. Inoltre,  ai fini dell’inquinamento delle acque, sarà determinante evitare il sovradosaggio ed essere parsimoniosi.

- Raccogli l’acqua piovana ed utilizzala per annaffiare le piante (meglio se di sera, per evitare l’evaporazione);

- Cerca di recuperare le acque reflue domestiche (quella dei piatti, della vasca da bagno o della doccia)e utilizzala per lo sciacquone del wc almeno una volta al giorno.

L’accesso all’acqua, ancora oggi, è un lusso per molte persone. Sprecarla e non averne rispetto è, quindi, di per sé, un grave crimine, che si aggrava ancor più se pensiamo quanto tale risorsa sia perennemente sotto attacco sul piano dell’inquinamento.

2) Acqua per tutti

Nel 2010, l'ONU ha riconosciuto "il diritto all'acqua potabile e alle strutture igienicosanitarie pulite e sicure come un diritto umano, essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani". Eppure, stando ad una stima diffusa dall’Unicef nel 2018, ogni giorno oltre 700 bambini muoiono per malattie legate ad acqua non pulita e a scarse condizioni igienico-sanitarie, circa 2,1 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua pulita e almeno 263 milioni di persone impiegano più di 30 minuti per raccogliere acqua.

3) dall'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco

"La disponibilità di acqua è rimasta relativamente costante per lungo tempo, ma ora in molti luoghi la domanda supera l’offerta sostenibile, con gravi conseguenze a breve e lungo termine". (LS,, 28) “L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”. (LS,, 30) “Una maggiore scarsità di acqua provocherà l’aumento del costo degli alimenti e di vari prodotti che dipendono dal suo uso. Gli impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e d’altra parte è prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo”. (LS,, 31)

4) Vangelo del giorno

Gesù e la Samaritana

In ascolto della Parola - Gv 4, 5-15.19b-26.39a.40-42

                In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo.

                Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere».  I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora - ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

5) Riflessione

La preghiera è l’incontro tra la sete dell’uomo e la sete di Dio: ecco perchè in questo Vangelo di fatto è Dio che va a cercare la donna, o meglio ciascuno di noi. Il luogo dove Giacobbe ha regalato il pozzo al figlio Giuseppe, diventa un altare dove è riposto un dono grande: l’acqua che disseta per sempre. C’è acqua e acqua: Gesù chiede da bere, ma in realtà è Lui a dare da bere alla samaritana. L’acqua che attingiamo da un pozzo risponde a un bisogno fisiologico di sete, ma nell’animo dell’uomo è impressa la sete di vedere il volto di Dio: una sete di verità, giustizia, di conoscenza e di comunione con Dio e con i fratelli. Gesù è la risposta che fa estinguere questa sete. Quando Dio sembra che ti chieda qualcosa in realtà ti sta dando.

Tutte le volte che pensiamo di fare qualcosa per Dio, in realtà è Lui sta facendo qualcosa per noi.

A partire da questa scoperta, proviamo in questa Quaresima a cercare una nuova intimità con Dio, una nuova sorgente d’acqua vitale,al fine di comprendere cosa ci sta donando.

6) Invocazioni

Signore, ti ringraziamo, perchè anche se non consapevoli, sei tu a donarci qualcosa di grande,

ogni qualvolta ci impegniamo per servirTi e per onorarTi nel prossimo.

Signore, ti preghiamo di suscitare in noi una sete sempre più grande di Te,

affinché ogni istante delle nostre vite, sia a Te rivolto.

7) Attività: goccia dopo goccia

Tema: provate ad immaginare come sarebbe la tua vita se, ad un tratto, i rubinetti della tua casa smettessero di far scorrere acqua. Quanto sarebbe compromessa la qualità della tua vita? Beh… c’è molta gente che vive questa esperienza quotidianamente e non siamo molto lontani da trovarci anche noi nella stessa condizione se continuiamo a sprecare e ad inquinare questa risorsa preziosa.

Durata: 45’

Occorrente: fogli di carta o cartoncino a forma di gocce; penne e pennarelli per tutti; nastro telato.

Istruzioni:  Ogni giocatore riceverà una goccia di carta sul quale dovrà appuntare un accorgimento utile per non sprecare acqua e per ridurre l’inquinamento idrico.

Ciascuno, quindi, dovrà scrivere solo un consiglio che abbiamo uno di questi argomenti: “Ridurre”, “Recuperare”, “Rispettare” per esempio fare la doccia anziché il bagno, chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, usare l’acqua piovana per innaffiare, non gettare salviettine nel wc.

Finita la fase di scrittura personale, che avverrà senza che i giocatori interagiscano fra loro, ognuno attaccherà la propria goccia sulla schiena di un altro con del nastro telato.

A turno, ciascuno dovrà indovinare il consiglio contenuto nella goccia alle sue spalle, osservando il mimo che il resto del gruppo gli farà come in una coreografia collettiva.

Alcune attenzioni educative: all’inizio dell’attività, è importante far comprendere ai più piccoli le sfumature dei 3 argomenti di sopra; inoltre, prima di cominciare la fase più ludica, sarà utile verificare che non ci siano troppi consigli identici. In tal caso, si potrà lasciare altro tempo, finché tutti i suggerimenti non saranno diversi.

Condivisione: al termine dell’attività, sarà utile attaccare tutte le gocce alla parete e confrontarsi su quali siano gli accorgimenti che già mettono in atto e quali invece sono del tutto lontani dal loro stile di vita. Sarà possibile attuare un cambiamento? Come cambia la vita di ciascuno se l’acqua finisce di colpo? Ci abbiamo mai pensato? Inoltre, è importante concludere con la descrizione di quale sia la situazione di “inaccessibilità idrica” nel mondo.

8) Origami: bicchiere

lettera del vescovo

A DOMENICA PROSSIMA